Il tempo non è che il ruscello dove io vado a pesca. Vi bevo; ma mentre bevo ne scorgo il fondo sabbioso e vedo come sia poco profondo. La sua corrente sottile scorre via, ma l'eternità resta. Vorrei bere profondamente, e pescare nel cielo, il cui fondo è ciottoloso di stelle. Non posso contarne nessuna. Ignoro la prima lettera dell'alfabeto. Ho sempre rimpianto di non essere saggio come il giorno che venni alla luce. L'intelletto è un fenditore, esso discerne e scava la sua via nel segreto delle cose. Io non desidero lavorare con le mie mani più del necessario. La mia testa è mani e piedi. Sento che tutte le mie migliori facoltà vi sono concentrate. L'istinto mi dice che la testa è un organo di escavazione, come per alcune creature il muso e le zampe, e con essa vorrei scavare la mia strada tra queste colline. Penso che la più ricca vena sia in qualche luogo qua attorno; così io giudico per mezzo della bacchetta fatata e dei leggeri vapori che sorgono; e comincerò a scavare proprio qui.
Henry D. Thoreau
da "Walden ovvero Vita nei Boschi"
pag. 161 Edizione Bur Rizzoli
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